Eleonora Castagnetta ha presentato alcune opere inedite, ispirate da “Le città invisibili” di Italo Calvino, trasformando in gioiello quattro delle città utopiche descritte nel volume: Dorotea, Fedora, Sofronia e Tecla. Queste rappresentazioni di città ideali, che molto rispecchiano l’approfondita ricerca di Eleonora in ambito geometrico, volumetrico e cromatico, hanno trovato la loro cristallizzazione in altrettante spille in argento e smalti con dettagli placcati oro e diamanti, accolte da uno scrigno che ne contestualizza la loro volumetria nello spazio. Il percorso in mostra è stato arricchito dalla presenza di altri gioielli, precedentemente realizzati, ispirati a grandi maestri dell’architettura e al Bauhaus: l’anello Mognolo (per la realizzazione del quale ha tratto ispirazione dalla Chiesa di San Giovanni Battista a Mogno, in Svizzera, progettata dall’architetto di fama internazionale Mario Botta, con il quale Eleonora ha collaborato per 13 anni); Ziggurat; Omaggio a Le Corbusier e Omaggio al Bauhaus.

Alex Pinna, scultore con all’attivo oltre tre decenni di ricerca ed esposizioni internazionali, ha presentato il progetto inedito Believe me: un gruppo di sculture a cui l’artista ha lavorato intensamente in questi ultimi cinque anni. I “ferri”, così l’artista definisce le sue opere, sono una naturale evoluzione dei lavori su supporti geometrici, di solito orizzontali, che l’artista utilizza per creare un mondo immaginario e personale dove collocare le sue figure. I ferri nascono da numerosi disegni, realizzati di getto, che l’artista seleziona per alcune possibili trasformazioni tridimensionali: un paesaggio legato a elementi curvilinei liberamente espansi nello spazio che rimandano ad un mondo biomorfo, non privo di riferimenti anatomici. Un campo di ricerca espressiva che ben si lega, quindi, anche alla riflessione sul gioiello, con il quale Pinna ha scelto di misurarsi in tempi recenti: presenti in mostra gli “uomini-foglia”, nati dall’osservazione casuale delle foglie di un albero di magnolia durante un suo soggiorno a Pantelleria, dove l’elemento umano si fonde a quello naturale in una perfetta simbiosi visiva.