LUCA MARIGNONI
LO STESSO CIELO, OGNI NOTTE
camera 31
6 Ottobre - 2 Dicembre, 2023
ABOUT KROMYA
KROMYA ART GALLERY viene fondata nel 2018 a Lugano da Tecla Riva, Giorgio Ferrarin e Adriano A. Sala come risultato di una passione e di competenze comuni di lunga data. Nel 2020 KROMYA ha ampliato la propria sede con un nuovo avamposto a Verona, in Italia
La KROMYA Art Gallery Verona presenta, dal 6 ottobre al 2 dicembre 2023, la mostra Lo stesso cielo, ogni notte, la prima personale dell’artista Luca Marignoni, curata da Luca Massimo Barbero. L’inaugurazione della mostra si è svolta venerdì 6 ottobre alle ore 18.00, alla presenza dell’artista e del curatore.
La poetica di Luca Marignoni, nato a Cles, Trento, nel 1989, si è concentrata sul tema del limite, inteso come orizzonte fra il visibile e l’invisibile, ma anche come opportunità per immaginare un altrove nel quale la mente potesse espandersi senza barriere. Attraverso un approccio basato sulla sottrazione, l’artista ha evocato una profondità che andava oltre la superficie stessa, dove ciò che sarebbe stato invisibile sotto il bagliore diretto dello sguardo vibrava infine a fuoco.
Il percorso espositivo ha compreso una ventina di opere scultoree realizzate tra il 2016 e il 2023, utilizzando materiali come legno, gesso e cartongesso. Tra queste opere sono stati presenti numerosi lavori inediti. Tre serie principali hanno documentato la ricerca dell’artista: “Un punto fra due cieli”, “Icaro fa le funzioni” e “Variazioni”. Le sculture lignee del ciclo “Un punto fra due cieli”, con il loro peso di pochi grammi, hanno invitato lo spettatore a riflettere sull’energia vitale e generativa dell’universo. Il cartongesso inciso di “Icaro fa le funzioni” si è posto come soglia della nostra percezione, facendoci comprendere che solo distogliendo lo sguardo dall’oggetto in sé e concentrandoci sull’immateriale siamo stati in grado di percepire la presenza di ciò che non potevamo vedere. La nuova serie, “Variazioni”, ha sviluppato i disegni provenienti da “Un punto fra due cieli”, ingigantendoli, distortendoli e lavorandoli nel cartongesso inciso.
Luca Massimo Barbero ha scritto: “Ogni ciclo di opere ha rivisitato e riattraversato questo orizzonte tra il visibile e l’invisibile e ha offerto una visione che ci ha portato proprio al margine del finito. Nell’atto di fissare più volte questo stesso cielo, la sua visione ha assunto una realtà intra-soggettiva. Ci ha chiamato al limite del piano visibilmente intelligibile e noi, su questa linea, abbiamo oscillato oltre il confine verso l’infinito”.